Le dottoresse Bastiani e Rucli presentano in seguito due progetti: uno sulle Listening Skills e uno legato all’affettività e sessualità. .

Il progetto “Listening Skills: Imparare ad ascoltare per comprendere gli altri e se stessi” è frutto di un Erasmus+, e dalle organizzazioni europee che si occupano di “Emotional health”, tra cui le HelpLines, i numeri di volontariato telefonico. Il progetto di è svolto a Udine, ed è stato rivolto a circa 50 ragazzi della fascia adolescenziale, e proprio i ragazzi si sono rivelati un terreno fertile per seminare Listening Skills – forse proprio per la fase di vita che spesso viene vissuta con confusione emotiva e relazionale.
Cosa sono le Listening Skills?

Sono tutte quelle capacità che ci fanno essere dei buoni ascoltatori. Ascoltare davvero significa riuscire a capire meglio se stessi e meglio gli altri. Può sembrare una capacità innata e banale, ma è una capacità che va allenata; importante anche sapere che tutti abbiamo il diritto di essere ascoltati e tutti abbiamo le possibilità e le competenze in nuce per diventare buoni ascoltatori. Qual è il profilo del buon ascoltatore? Il buon ascoltatore percepisce e fa sue le proprie emozioni, e sente quelle della persona che sta ascoltando: rimane con queste emozioni in circolo, le mette in connessione e si prepara all’azione migliore. Il progetto si è mosso su apprendimenti di tipo pratico, soprattutto di esercizio alla consapevolezza.

Il progetto presentato da Elisa Bastiani, svoltosi sempre nella città di Udine, è legato all’educazione affettiva e sessuale proposto nelle scuole superiori della città.
A cosa serve il progetto?
A dare cornici di correttezza che cambino i significati sociali a cui precocemente siamo tutti esposti: la pornografia, in queste esposizioni, sembra vincere sulla dimensione affettiva e relazionale. Ecco allora che il progetto udinese cerca di dare informazioni in classe ma anche di fornire dei punti di ascolto nella rete cittadina, anche grazie alla collaborazione con i consultori del territorio e le cliniche di prevenzione della città.
Dare informazioni infatti non basta: è la base di partenza per attivare comportamenti consapevoli. Con il progetto, le consapevolezze dei ragazzi cambiano; sono risultati importanti, soprattutto se consideriamo l’effetto moltiplicatore della formazione e dell’educazione.
Progetti come questo servono anche ad accogliere e ascoltare dubbi, vissuti, paure e angosce sul tema; ma anche per far sviluppare un pensiero critico e la responsabilità di una vera e propria presa in carico della propria salute e della propria sessualità, anche in adolescenza.