La quarta sessione, “Dialoghi sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, ha concluso l’intenso programma dell’XVIII Meeting Rete città sane OMS. Al centro del pomeriggio conclusivo, la vulnerabilità dei ragazzi in età adolescenziale e infantile al cospetto di un periodo tanto particolare quanto delicato come quello che stiamo vivendo e la loro intraprendenza per viverlo meglio adottando soluzioni ponte insieme ad una fucina di idee sulle quali fondare una fervente progettualità legata al dopo Covid.
Sono scesi in campo i ragazzi in rappresentanza di un mondo, quello dell’associazionismo giovanile che non conosce pause, sempre iperattivo anche in situazioni limite come questa della pandemia. Gli studenti sono stati protagonisti di un dialogo efferverscente con Anna Maria Caruso, ex Garante dei diritti per l’Infanzia e l’Adolescenza. Una radio creata e realizzata da ragazzi adolescenti e un tour per i ragazzi emiliani del bolognese, difesa dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in quel di Ancona e un percorso di educazione all’ascolto per gli studenti di Udine. Tutte attività riviste e riadattate in versione “Corona virus“, cambiamenti che spesso fanno rima con miglioramenti e portano in dote un entusiasmo che rimane davvero travolgente. Sono emersi elementi scolastici ed extra scolastici su cui riflettere. Un tema che fa discutere da mesi è la DAD che in questo contesto ha dato adito ad una diatriba tra studenti e docenti, i primi imputano ai secondi una scarsa comprensione in merito al repentino cambio del metodo educativo, additando il corpo docente di avere poca pazienza nell’ attendere un adattamento che al contrario del metodo stesso, non può contare su automatismi dati. Un’altra interessante riflessione che emerge da questo dialogo tecnologico tanto consono ai ragazzi è, come le fasi di lockdown facciano variare d’intensità e sensibilità il rapporto tra amici. Dopo mesi di forzata non frequentazione, lo slancio nel ritrovarsi si carica di un’attesa che si fa spasmodica e di pudori che vanno finalmente a cadere, reazioni che si configurano come tra i pochi riflessi positivi di questo Covid-19. Si è poi parlato di buone pratiche, di una scuola che elabora e mette in atto progetti di ottima qualità di cui si dovrebbe trattare più spesso invece di porre l’accento su retoriche prive di senso. Rossano Meset –Direttore dell’Area Struttura Protetta del Comune Di Sacile, ha illustrato il Progetto Friends. che prevede l’adozione del programma “Scuola senza stress – Il Momento di Quiete in Classe” ed è già diffuso in 700 scuole in più di 60 Paesi del mondo. Il progetto europeo è sostenuto e implementato da un network qualificato da 14 partener i 4 Paesi europei sono: Italia, Belgio, Portogallo, Regno Unito. Una meditazione che aiuta ad ottenere ottimi risultati scolastici e non
Sempre dal Friuli, da Udine, due progetti davvero di ampio respiro. Educazione all’ascolto e alla sessualità e all’affettività, tematiche da affrontare per sopperire ad una carenza di formazione. Strumenti, metodologie, ricerche per incontrare i giovani ed implementare con loro un rapporto su basi costruttive. Chi ha assistito allo streaming della due giorni padovana, ha tolto la mano dal mouse, con la convinzione che la scuole italiana fondata su una jam session tra studenti, insegnanti e istituzioni è progettualità, entusiasmo, idee e non soltanto banchi a rotelle.